Robert Mapplethorpe

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domenica 17 ottobre 2010

AMACI pt.4 e ultima - Franko B

Dopo un estenuante pomeriggio in giro per mostre, musei e gallerie... Che fame! 
Dove siamo andati a rifocillarci? E' proprio giunto il momento di aprire il capitolo
Arte da Mangiare!
Vi piace la pizza sottile e croccante (praticamente un cracker con pomodoro e sottiletta)? Allora questo posto non fa per voi.
Ma se cercate la pizza napoletana, o almeno, la miglior pizza pseudopartenopea di Milano, dovete proprio andare alla Piccola Ischia di Viale Abruzzi. E' un posticino piccolo ma accogliente, un po' trash ma simpatico. E, soprattutto, il rapporto qualità prezzo è imbattibile!
Conclusa questa piccola reclame culinaria, passiamo alla serata: ci attendeva l'inaugurazione della mostra di Franko B al PAC (Padiglione dell'Arte Contemporanea) di via Palestro.


I   S T I L L   L O V E

 
 
  
Questo il nome del percorso espositivo.
Indubbiamente, già a colpo d'occhio, ti cattura. Ha qualcosa di oscuro ma a modo suo è anche leggero e onirico. E' poetico. Il percorso è estremamente ricco: parole, foto, ricami, installazioni, quadri, sculture, video-performance e... animali impagliati.
Quest'ultima è sicuramente una scelta discutibile che ha acceso dibattiti. C'è chi ha storto il naso, chi ha ammirato la bellezza delle forme, chi ha gridato allo scandalo, chi è rimasto folgorato dalla forza comunicativa. In effetti era difficile rimanere impassibili davanti a tutti questi animali (prevalentemente uccelli) sepolti da una colata nera come petrolio. Avevamo già visto in passato uccelli impagliati a fini espositivi, ma non ci avevano mai convinto. Anzi, nudi e crudi com'erano ci disgustavano. Franko B invece riesce a comunicare qualcosa. A vederli così, inevitabilmente si innesca una riflessione...




Un'altra tematica del suo lavoro è quella dell'omosessualità. Se non lo sai lo capisci dai soggetti dei suoi ricami (un esempio qui sotto) e dei suoi quadri completamente neri, fatti di rilievi. Emerge grande sensualità, passione e desiderio.

 


Di fronte alle opere si respira una sofferenza reale. Non sembra esserci nulla di artefatto, nulla di troppo dark o lugubre. Molto emozionanti le fotografie tratte dalle sue performance dove, nonostante il sangue, non ti sfiora nemmeno per un istante il pensiero che siano macabre. Quello che si può vedere è emozione, ricerca e sensibilità. Un uomo che, messosi a nudo, affronta in solitudine un percorso davvero intimo.


 

(C, A)
 Foto di Vanessa Gagliano - Rielaborazione grafica di And-O.
 

4 commenti:

  1. Personalmente devo ammettere che più che dall'artista, che mi ha decisamente scosso per l'uso così "leggero" dei "cadaveri" nelle sue opere, sono stato colpito dall'allestimento vero e proprio del padiglione.
    Non ricordo l'architetto, ma ha sicuramente giovato all'intera esposizione.

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  2. Ho letto che i cadaveri li ha trovato in vari mercatini di Londra... Dai, la cosa buona è che non li ha fatti uccidere lui ma li ha comprati per restituirgli una nuova vita... dal momento che sei morto è meglio essere un'opera d'arte piuttosto che in un umido mercatino o a casa di una lugubre signora :P

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  3. credendo molto nelle sinergie tra blog che si occupano d'arte e cultura mi sono permesso di pubblicare la vs recensione anche su panorami.info, ovviamente citando l'autore e linkando la fonte. del resto me l'avete suggerito voi commmentando ns post. ovviamente se non è cosa a voi gradita rimuoviamo subito. auspicando future sinergie vi saluto e complimenti per il blog. ciao riccardo

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