Robert Mapplethorpe

Robert Mapplethorpe

giovedì 30 dicembre 2010

Viaggio a Bruxelles pt.2

Ostello

La ricerca di un posto per dormire è sempre una questione delicata, si sa.
In questo caso però la nostra scelta è caduta subito su un sorridente ostello della gioventù: Gite d'Etape - Jacques Brel Youth Hostel. Perché? Facile: era carino, economico, ben posizionato, con la colazione inclusa e il bagno in camera. Ma soprattutto, era consigliato dalle (zinga)guide.


   
L’impressione iniziale? Ottima!

  1. L’ostello è veramente vicino alla metro (Madou) e il personale è cordiale e sorridente.
  2. Non si finisce mai di risparmiare! Siccome siamo under 26 ciascuno paga 18,50 a notte anziché 21.50. Tiè.
  3. Saliamo e… incredibile! Forse per la prima volta la camera corrisponde perfettamente alle nostre richieste. Prenotazione: tripla con bagno. Camera: tripla con bagno. Ci auguriamo subito di rimanere lì per tutte e 4 le notti. Cosa intendiamo dire? Breve parentesi.

Parigi.
Prenotazione: matrimoniale con bagno.
Camera #1: doppia con bidet a vista (esattamente ai piedi del letto) e water in corridoio.
Camera #2: matrimoniale senza bagno né bidet.

Berlino.
Prenotazione: matrimoniale con bagno.
Camera #1: dormitorio con sei letti e bagno imperiale. D’accordo che è solo per noi, ma esattamente cosa ce ne facciamo di una camera con sei letti?! Sesso acrobatico?
Camera #2: (ottenuta dopo numerosi reclami) matrimoniale con bagno ;)

Peccato che, a Bruxelles, i nostri compagni di viaggio non siano stati altrettanto fortunati.
Prenotazione: matrimoniale con bagno.
Camera #1: doppia senza bagno con le lenzuola sporche e arrotolate – seguono reclami.
Camera #2: doppia con bagno (sporco) adornata da fazzoletti usati e mele smangiucchiate - seguono reclami.
Receptionist in preda al panico: “Non tornate prima delle 20, vero?”
Camera #2 si trasforma: doppia con bagno (quasi) pulito.

  
E la colazione, com’è? Buona, abbondante ed energetica!

Un episodio degno di nota? Come no! Avete presente i tempi della gita di classe, quelli in cui si sceglieva con cura la camera più lontana dai prof per far baldoria fino alle 3 del mattino tra fumo, musica e alcol? Bene, si dà il caso che dei simpatici giovincelli abbiano scelto proprio la camera adiacente alla nostra per il loro adorabile rave. Poveri piccoli, essendo ancora abbastanza vicini ai tempi delle superiori li capiamo eccome, ma le ore di sonno contate ci hanno costretti ad intervenire.
“Party is over. You have to move to another room. Now.”

Pattume e affini

Alzi la mano chi pensa che la Capitale Europea non sia linda e pinta. Nessuna mano alzata? Male! Anche noi ci avremmo scommesso una botte di Gueuze e, purtroppo per noi (vedi Bruxelles pt.1) l’avremmo persa.
Bruxelles è sporca. Sporchissima. Lercia.
Napoli in confronto è la patria di Mastro Lindo.
Non ci credete? Segue reportage fotografico. Non è esaustivo, ahinoi, ma è una valida introduzione.




(C, A)

mercoledì 15 dicembre 2010

Viaggio a Bruxelles pt.1

Come abbiamo passato questo gelido ponte dell'immacolata?
Semplice, abbiam deciso di andare a svernare a... Bruxelles!
Temperature tra +3° e -3°.
Geniali no?
Solo per voi un resoconto di viaggio. Dato che scrivere "Il primo giorno siamo andati... abbiamo mangiato... poi ci siamo recati..." è più noioso che pagare le bollette, abbiamo deciso di procedere per punti. Così, se non v'interessa il capitolo Chiese&monumenti potrete passare direttamente a Quartieri.
Per iniziare questo primo post abbiamo optato per due grandi classici che non deludono mai: il Clima e le Specialità.

Clima

Qualche giorno prima della partenza consultiamo il meteo. Prevista nebbia il primo giorno e neve i restanti quattro giorni. Ottimo!
Ci attrezziamo quindi come se dovessimo scalare il Monte Bianco: moonboot, scaldamuscoli, cappelli siberiani, guantoni, giacche impermeabili.


4 dicembre: arriviamo all'aeroporto di Bruxelles. Nevica. Ma non doveva esserci della semplice nebbia oggi? Fidandoci ciecamente delle previsioni abbiamo pensato: “adesso smette” e, dopo aver posato la valigia, siamo usciti dall'albergo senza ombrello. Inutile dire che i tre fiocchi di neve che ci avevano accolti si sono trasformati in una bufera epocale.
 
 
Il giorno dopo ci siamo detti: “stavolta non ci facciamo fregare!”.
Abbiamo passato quattro giorni a trascinarci in giro con l'ombrello e i moonboot. Ovviamente, non è più caduto nemmeno un fiocco di neve.
Il freddo, invece, è rimasto intatto, tagliente, aggressivo. Abbiamo benedetto giacconi impermeabili e colbacchi e ci siamo imbottiti come Bic Mac deambulanti. A proposito, il McDonald a Bruxelles non esiste.
      
  
Specialità

Chi non ha mai sentito parlare dei celeberrimi cavolini di Bruxelles?
Ci si aspetta quasi che la città sia invasa dai cavolini, che siano in tutti i negozi, che siano usati come contorno di tutte le pietanze. Bene. Mai visto un cavolino in tutta la nostra permanenza. Ma nemmeno uno! La città è invece invasa da ben altri tipi di alimenti, molto più sfiziosi.

3. Al terzo posto ci sono le patatine fritte. Le frites a quanto pare sono state inventate proprio nella capitale belga e la ricetta originaria prevede che siano fritte due volte nello strutto. Oggigiorno sono rimasti solo due temerari ad aver conservato questo antico metodo di produzione: Maison Antoine e Frites Flagey. Il primo è un chiosco convenzionato con i bar circostanti. In pratica tu compri le patatine e vai a consumarle al calduccio, accompagnandole magari a una buona birra. Secondo molti, offre le patatine migliori di tutta Bruxelles. Secondo noi invece sono care e amare. Davvero nulla di speciale, abbiamo di gran lunga preferito quelle del concorrente Flagey. Questo è un più modesto furgoncino che forse non ha convenzioni con i bar e non è frequentato da celebrità, ma le patatine... beh, quelle sono da urlo!
  

 (Io assaporo le Flagey mentre Andre è - giustamente - un po' perplesso dalla Maison Antoine)

2. Al secondo posto c'è la birra. Ebbene sì, a quanto pare Bruxelles è da annoverare come patria della birra al pari di Monaco, della Boemia o dell'Irlanda. Oltre a due musei appositi di cui parleremo a breve, in città ci sono tutta una serie di negozi che possono vantare oltre 300 marche di birra e personale dalla conoscenza enciclopedica.
  
  
Ma veniamo ai due musei: il primo è a quanto pare una banale raccolta di oggetti, cereali, macchine e barili. Abbiamo scelto di non visitarlo optando per la più interessante (ma anche più pericolosa) Brasserie Cantillon. Perché pericolosa? Perché si tratta di un birrificio in attività in cui si attenta alla vita del turista più volte: 
   - anzitutto non viene guidato all'interno dei locali ma gli viene consegnato un semplice foglio che dovrebbe aiutarlo ad orientarsi. Dico dovrebbe perché come niente c'è il rischio di perdersi tra i fumi dell'alcol. 
   - se lo sventurato riesce ad orientarsi, deve scongiurare poi un duplice attacco: da arma biologica (schiere di ragni pronti ad attaccarlo) e da arma chimica (barili a rischio esplosione – è verissimo, era scritto sul famoso foglietto!)


(Scoppia? No dai, forse no... aspetta, ho sentito un gorgoglio. Ora scoppia! No... Sì...)

- l'ultima terribile prova è costituita dall'assaggio della birra fatta&finita. Dovete sapere che la Gueuze non è una birra normale, di quelle artificiali, aromatizzate, zuccherine. Assolutamente no, la politica di questo birrificio è quella di far fermentare la birra naturalmente grazie all'azione di diversi microrganismi. Che bel concetto, così ecologico, così slow food! Certo, peccato che il sapore della birra in questione sia... insopportabile.
 
   
  
(La degustazione)

1. Al primo posto, ovviamente o forse no, c'è il cioccolato. A quanto pare è una specialità belga. Altro che Svizzera, solo a Bruxelles troverete chilometri e chilometri di strade occupate nient'altro che da botteghe, negozi e fabbriche di cioccolata. Anche in questo caso era doverosa la visita al Museo del Cacao.
  
  

Si tratta di un piccolo laboratorio artigianale in cui si possono ammirare sculture di cioccolata, oggetti per la lavorazione del cacao, mappe geografiche e spiegazioni didattiche sulle proprietà nutrizionali di questo alimento. Alla fine, abbiamo assistito a una piccola dimostrazione di un Maître chocolatier con degustazione inclusa. Inutile dire che in questo caso abbiamo apprezzato molto, molto, molto più della Gueuze! 


  (C)

sabato 11 dicembre 2010

"Il sogno si avvicina" - Salvador Dalì a Milano

E' estremamente difficile recensire una mostra se si tratta di Salvador Dalì.
Non era la prima volta che ammiravamo le sue opere, a dire la verità. Siamo stati alla meravigliosa casa-museo in quel di Figueres (da andarci almeno una volta nella vita!)
e à Paris.
Quest'uomo antipatico e presuntuoso si definiva Genio.
Aveva ragione.
Sarà per questo che è così difficile scriverne? Perché lui non è di quelli che lasciano indifferenti, non è di quelli banalmente impeccabili dalla tecnica ineccepibile e nemmeno di quelli cervellotici-intellettuali-ermetici-puzza sotto al naso. Lui è pop, emo, kitsch, classico, moderno, dark, essential, (anti) conformista, teatrale... Lui unisce e divide.

Insomma, in tutto questo bailamme, ecco tre cose degne di nota della mostra a
Palazzo Reale:

1. La possibilità di interagire con un'opera d'arte a misura d'uomo!

  
2. La divisione in Stanze, ognuna con un suo tema e un suo colore.

    - La stanza della Memoria.
    - La stanza del Male.
    - La stanza dell'Immaginario.
    - La stanza dei Desideri.
    - La stanza del Silenzio.
    - La stanza del Vuoto.

3. L'incredibile video "Destino" nato da una collaborazione tra Disney & Dalì, per chiudere in modo surreale un percorso forse non ricco ma davvero ben studiato.

   
Usciti da Palazzo Reale (stranamente soddisfatti, dato che di solito la dentro le mostre le organizzano col Censura) ci imbattiamo nel freschissimo Museo del '900, sempre in Piazza Duomo. “Ingresso gratuito fino a fine febbraio” così ne approfittiamo ed entriamo. Impatto promettente!

 
Struttura bella e moderna, illuminazione interessante, “Il quarto stato” che appare, immenso e inaspettato, lungo la salita verso le sale espositive. Nella prima sala Modigliani, Picasso, Matisse e Kandinskij! Poi? Un tripudio di Boccioni & seguaci che, a onor del vero, ci annoiano a morte. A parte qualche rarità (De Chirico, Fontana, Arturo Martini) consigliamo a tutti i non appassionati di Futurismo ed Astrattismo di approfittarne finché l'ingresso è gratuito; design, location e “Il quarto stato” valgono una scappatina! 

   

   

(A, C)

venerdì 3 dicembre 2010

M Arte = Malika è Arte

Assurdo.

Circa due anni fa ormai (il 28 gennaio 2009) eravamo alla Feltrinelli di piazza Piemonte a vedere uno showcase in occasione della presentazione del nuovo libro di Michele Monina. Cantano: L'Aura (non-ancora-Abela) e Malika.
Malichè? E chi è?
Le due ci propongono "T'appartengo", "Vattene amore" e "Il bacio sulla bocca" in duetto, con le voci che si fondono amabilmente.


Poi L'Aura esegue "La donna cannone" e Manila, Macika, Maglica, quella lì, ci fa ascoltare "Pezzi di vetro".
La a noi sconosciuta italo-marocchina in un primo momento ci lascia perplessi: ma questa ci è o ci fa? Man mano, però, le cose cambiano. Ci tocca, ci arriva, ci colpisce per la sua voce, il suo modo, i suoi gesti. Quel giorno succede una cosa più unica che rara: la ragazza dal nome difficile riesce a brillare quanto L'a collega. Dobbiamo conoscerla. Destino vuole che a fine showcase il pubblico si distribuisca tra Monina, L'Aura, il bar e gli scaffali della Feltrinelli mentre Malika è lì, con la sua bimba tra le braccia, sola. Ci avviciniamo timidamente e timidamente le diciamo "Bravissima, non ti conoscevamo prima di oggi, ma abbiamo sentito che andrai a Sanremo e allora faremo il tifo per te." La sua risposta "Grazie! Comunque sono quella che canta -ta ra ta ta ta ta, ta ra ta ta ta-"

Malika va a Sanremo 2009 con "Come foglie". Ci conquista.
Malika torna a Sanremo 2010 con "Ricomincio da qui". Siamo pazzi di lei.
E di certo non siamo i soli. Qualcuno si ricorda le proteste della giuria? (video sotto) Memorabile, così come sono memorabili i commenti della Gialappa's, che nel 2009 per la Ayane facevano un tifo spudorato (... per altro erano anche fans di L'Aura, indimenticabile il loro commento dopo il primo ascolto di “Irraggiungibile” a Sanremo 2006!).

 
Ma veniamo a oggi. Malika, questa sera, ha riempito con un SOLD OUT IRREVERSIBILE il prestigioso Teatro degli Arcimboldi di Milano. Tutto estremamente semplice, tutto estremanete efficace. Abiti, scenografia, luci, una band in formissima a sostenerla. Lei è un'Artista con un talento enorme, con una grande voce ed una forte personalità. Ha alle spalle una casa discografica, quale è la Sugar, che la valorizza e la promuove, perché sa di scommettere su un cavallo vincente. Caterina Caselli e Malika Ayane sembrano incarnare la versione al femminile del Mignolo col Prof, ed hanno sicuramente più chance di riuscire a conquistare il mondo! Malika nel giro di due anni è diventata una delle cantanti più note e più stimate d'Italia, e se lo merita proprio. Nonostante la passione per lei fosse consolidata ormai da tempo, conoscevamo pochissimi brani. Eppure il suo sobrio e potente concerto non è mai stato noioso, ma sempre caldo e coinvolgente. Il momento più bello? Sono due.

- Quando ha cantato “Ricomincio da qui”, che è senz'altro una delle canzoni più alte dell'ultimo decennio nel panorama musicale italiano (e non?). Live è stata mozzafiato. L'applauso finale è letteralmente scoppiato e ha rischiato l'evoluzione in un moto perpetuo. Lei, a centro palco, era emozionatissima.
- Quando il sipario si è riaperto e ci ha regalato, per salutarci, una versione acustica di "Hello!", brano dolcissimo ma dalla melodia particolare che fa parte dell'ultimo album del suo compagno Cesare Cremonini.

Brava Malika, tu rappresenti un po' la speranza della discografia. Finchè esisteranno talenti del tuo calibro la gente probabilmente avrà la spinta per comprare i cd. E le tue oltre 100.000 copie vendute, in un periodo grigio come questo, ne sono la testimonianza.

(A)

lunedì 29 novembre 2010

Step 09 - the art fair that's a step ahead

Siete mai stati a una fiera d'arte?
Per noi ieri è stata la prima volta, siamo andati a visitare la Step 09 all'interno del museo della scienza e della tecnologia di Milano.
Copio-incollo la presentazione dell'evento dal loro sito:

Step09 è un format interdisciplinare in cui arte contemporanea, live act, musica e cultura dividono lo stesso palco offrendo al pubblico un’esperienza unica nel panorama delle rassegne e delle fiere d’arte. Nato dall’esigenza di mettere a disposizione dei galleristi un contesto vivacemente anticonvenzionale per presentare le proprie opere tanto al pubblico dei collezionisti quanto a quello dei semplici curiosi, dopo il battesimo dello scorso anno Step09 si prepara a fare un ulteriore “passo” avanti in termini di qualità e ricchezza delle proposte, aprendo le porte anche a progetti internazionali e ritagliandosi così uno spazio sempre più autorevole nel calendario degli appuntamenti artistici da “non mancare”.

Bene. Format interdisciplinare. Esperienza unica. Contesto vivacemente anticonvenzionale. Qualità e ricchezza delle proposte.
E' una presentazione decisamente altisonante! Sono stati all'altezza delle aspettative?

Ripeto: per noi era la prima fiera d'arte, quindi non possiamo fare paragoni. 
Due domande però ce le facciamo: il contesto era vivacemente anticonvenzionale? Non direi. Le proposte erano varie? Questo sì. Ricche? Non esageriamo, dai.
Usare l'espressione "format interdisciplinare" mi sembra una forzatura, dato che c'erano 12mila quadri, 6mila fotografie, qualche scultura, poche installazioni e un paio di tizi che suonavano musica contemporanea.
  
Ma la cosa che mi ha più scioccata e che ha umiliato la mia anima romantica, è stato vedere l'arte mercificata.
Chiariamo, io sto collaborando con un'associazione che si occupa di arte contemporanea. Tutto fanno tranne che ammirare languidamente i quadri sospirando dolci frasi malinconiche. Sono in contatto con galleristi, collezionisti, broker d'arte. Però entri a una loro mostra e ammiri. Pensi e dici cose come: "Bello, brutto, ben fatto, mal fatto, disgustoso, divertente". Il prezzo dell'opera conta, ma lo si valuta solo in un secondo momento.
  
In una fiera i prezzi sono tutt'altro che nascosti. Inizi a pensare cose come: quale artista soddisfa il miglior rapporto qualità-prezzo? Se aspetto un po' a comprare le quotazioni saliranno troppo? Se il coefficiente di questo pittore è 4,5 quanto varrà tra due anni? 
Io non avevo soldi da spendere. Ero lì per conoscere questo mondo nuovo, per conoscere qualche emergente ma, soprattutto, per ammirare delle opere d'arte
Non ci sono riuscita.
Non mi sono goduta nulla, riuscivo solo a pensare "Questa foto vale 2200 euro? Questa? QUESTA?"
  
(C)
  

venerdì 26 novembre 2010

X Factor - LA FINALE - 23.11.2010

A cosa serve pubblicare ora un post sulla finalissima di X FACTOR, datata martedì 23 novembre? A nulla direi. I tempi corrono, le informazioni viaggiano, le notizie si consumano. Pubblicare un articolo tre giorni dopo il fatto significa parlare della PREISTORIA. Non gliene frega più niente a nessuno. No, nemmeno a Nathalie e a quanti hanno comprato il suo disco. Si parla già della nuova stagione televisiva e delle imminenti uscite discografiche. Avanti il prossimo.
Perchè quindi ne parliamo? Per noi, per il blog. Perchè, sventuratamente, tra qualche anno potremmo aver voglia di rileggere i nostri vecchi post, e ci dispiacerebbe non trovarne uno sulla finalissima. Insomma, per evitare scene del tipo "Ma come, e dov'è l'ultima puntata?! Chi è che aveva vinto? Quella specie di Paris Hilton analfabeta? Ah no, quella era la sesta edizione..." finendo col farci ricoverare per Alzheimer precoce.

Ci facciamo una promessa: stavolta il post non sarà troppo lungo.
Sarà che son passati due giorni, sarà che ormai ne hanno parlato tutti, sarà che i ricordi iniziano ad affievolirsi, sarà che ci ha già pensato Facchinetti a farci due palle così... sta di fatto che non abbiamo proprio voglia di dilungarci. Pensiamo rapidamente alle cose di cui vorremmo parlare e il realismo ci invade: impossibile mantenere la promessa, ma dai... è la finalissima!

La puntata inizia con il medley dedicato a Elvis. Bene, bravo, bis. Peccato esserci persi l'inizio perchè impegnati a guardare il più interessante monologo di Crozza sul 3.

Passiamo ai duetti. Qui purtroppo i talenti mostrano e dimostrano tutta la loro INSIPIENZA (come direbbe TuttoFaMedia.) Nevruz rovina una bella canzone dei Tiromancino, tanto che Zampaglione finisce la prova supplicando il vocal coach "possiamo cantare anche il secondo ritornello separatamente?!". Voto: 4.
  
  
Nathalie sprofonda davanti al suo idolo Skin. La sua voce non supera il confronto e risulta più stimbrata che mai. Peccato perchè questa esibizione poteva rappresentare uno dei momenti più alti di X Factor. Divertente e intenso però il loro guardarsi alla maniera dei Kymera. Voto: 8 alla canzone, 5 a Nathalie.


Davide è quello che se la cava meglio. Sarà perchè è bravo, sarà perchè "Angelo" è perfettamente nelle sue corde, sarà perchè Renga ha sì una bella voce ma non è poi 'sto mostro sacro. Voto: 7 e mezzo.
  

Momento inediti: la noia regna sovrana. Per superare il tedio proviamo a concentrarci nel trovare tutti i plagi possibili. "Il tempo migliore" è un incrocio tra "Mi ritorni in mente" e "Più bella cosa". Nevruz, con "Tra l'amore e il male" si rifà a "Ordinary World" ed "Estranei a partire da ieri". Ascoltare per credere. "In punta di piedi", nonostante il testo orrendamente sconclusionato, ha una melodia particolare e per ora non abbiamo trovato plagi da denunciare. Un aiutino?

Prima eliminazione al cardiopalma: fuori Nevruz."Finalmente si tromba!" l'estatico commento del bandito.

Parentesi-ospiti: dato che la puntata era corta e snella si è pensato bene di allungare la brodazza ospitando sul palco:
- gli ormai invecchiati Aldo Giovanni e Giacomo, scontati e ripetitivi. Ormai non fanno più ridere nessuno.
- gli ancor più invecchiati (ma anche più fighi!) Take That. Talmente soporiferi che hanno entusiasmato solo qualche ex-sedicenne con l'ormone redivivo e impazzito e Facchinetti, che in questa sede ha fatto uno pseudo outing instillandoci dubbi sul suo orientamento sessuale.
- un Renga che ha fatto autogoal presentandosi nel momento in cui al pubblico importava solo il nome del vincitore e, ancora di più, che la tortura terminasse per andare finalmente a letto.
- una Elisa non in formissima che ha cantato il suo nuovo singolo e non ha finto nemmeno un po' di entusiasmo nel giudicare l'importantissima ultima manche. "Vuoi essere il quinto giudice?" Se la domanda era retorica la risposta neanche un po' "No, ma devo (e se non lo faccio la Sugar dà in affidamento Emma Cecile e mette a dieta il bassista, non se ne parla)". Non sappiamo cosa si aspettassero esattamente i produttori da lei... Magari che indossasse un abito sexy con su stampato "Casale ci hai provato, ma la Caselli è quella che conta" o che scoprisse il seno materno facendoci desiderare di tornare lattanti o ancora che dibattesse di Chicco&Pampers con la collega mAmma Tatangelo. Il fatto è che Elisa, cari operatori televisivi, è l'essere umano meno telegenico al mondo! Se su Rete4 ci fosse il caro-vecchio-buon Filipponi contemporaneamente all'untissima Toffoli sul 2, Emilio Fede avrebbe il privilegio di godere per la prima ed ultima volta di ascolti stellari!
- a questo punto facciamoci del male: Stefano Filipponi torna (ma dove vai, bellezza in bicicletta?) e ci punisce per averlo eliminato e quasi dimenticato obbligandoci ad ascoltare il suo inedito, che ovviamente suonava meglio quando era tale. Ragazzo, un consiglio: conquista Rete4 e impegnati anima e corpo affinchè abbia la sua rivalsa nei palinsesti televisivi, tanto finchè negli altri canali ci sono ospiti fiacchi hai anche qualche chance. Questa sarà la tua vittoria!

Ma veniamo alla Finalissima quindi tra Davide Mogavero e Nathalie Giannitrapani.
- Medley dei grandi classici XFACTORIANI cantati dai due talenti... Prima lui, poi lei...
(vi prego, diteci chi ha vinto...)
- Imagine piano e voce con la preziosa collaborazione del maestro Pennino...
(vi prego, adesso diteci chi ha vinto...)
- Ultima sfida con brano a cappella: "Così celeste" per Davide e "Mercedes Benz" per Nathalie...
(dai, ora ci dicono chi ha vinto...)

E invece no! Scattata la mezzanotte Davide, manco fosse ad Hogwarts, si smaterializza. Ma come? Proprio ora che c'è la premiazione? E' la legge, o così o punizione dalla Umbridge: scrivere finchè il messaggio penetri "Il mio modello è Gigi D'Alessio".
Nel tentativo di far passare inosservata la sparizione del Prescelto la trasmissione si barcamena ancora per mezz'ora buona tra collegamenti improbabili col parentado dei cantanti in gara, con critici musicali e una moltitudine di DJ. I nostri corpi sono ormai in Stanby quando arriva l'immancabile lista infinita dei ringraziamenti, con le clip biografiche sul primo vagito dei giudici.
Clip è stata un'entità in gara fin dalla prima puntata. Clip si è esibita prima di ogni cantante, dopo ogni cantante, tra uno spot e l'altro, tra un ospite e l'altro. Clip, giunti alla fine, ci ha sinceramente sfrangiato i coglioni. In tutto questo il pubblico è straziato, medita il suicidio o in alternativa l'omicidio di autori, produttori e, soprattutto, di Facchinetti.

Noi, ormai sospesi nel nostro limbo da un lustro, ci rabbuiamo cercando di trovare una ragione all'abbigliamento trash della Casale... pensando che sono riusciti a rovinare persino Davide, facendolo urlare e grattare a più non posso... Pensando a quanto sia stato paraculo Elio che, non appena si è reso conto che il popolo preferiva la Bella, ha abbandonato la sua campagna pubblicitaria a favore della Bestia... Pensando al perchè una montagna come Ruggeri si sia evidentemente trattenuta dal franare una caterva di insulti sull'orrendo inedito di Davide riservandogli un atteggiamento da parroco "Caro Davide, fuori di qui i discografici vorranno darti le caramelle, ma tu diffida e scegli solo quelle buone".

Quando ad un tratto ecco che, affianco a una Nathalie vestita d'incanto compare lui! Sì, sembra il padre di Davide, ma riconosciamo un incantesimo quando lo vediamo... Quella è pozione polisucco! E bravo Davide che si ribella al sistema e trova un escamotage per godersi appieno la gloria o la sconfitta, da vero eroe. Non se ne accorge nemmeno Nathalie, che mantiene le distanze di sicurezza dallo sconosciuto con cui inspiegabilmente è costretta a vivere uno dei momenti clou della sua vita.
E' il momento: Facchinetti urla il nome della vincitrice! Noi da casa urliamo "Finalmente è finito!!". Da lontano arriva l'eco di Nevruz che ancora grida "Finalmente si tromba!". Piovono luci e coriandoli! Davide fa per saltare addosso all'avversaria ma vede il suo riflesso in una telecamera e si blocca! Tutti gli eliminati irrompono sul palco e accerchiano Nathalie, sembrano gli evasi da Azkaban tornati ad Hogwarts! Elio ha distrutto uno ad uno tutti i concorrenti come Horcrux e la Maionchi è definitivamente sconfitta! Insomma tutto è confuso, è rumoroso, è tardi...


Nathalie vince la quarta edizione di X Factor e nessuna emozione ci tocca. Forse perchè era prevedibile, forse perchè era la cosa giusta. Per lei ci auguriamo solo che si curi la voce e che non si faccia sottomettere dalla major, perchè ha delle buone carte da giocare... Ma cos'è questa voce? "Finalmente si tromba!!!" Ah, è solo Skin che festeggia con Nathalie..!
(C, A)

martedì 23 novembre 2010

Aspettando la Finale

Da 45 minuti è martedì. L'ultimo martedì.

L'inizio è apocalittico, ma rilassatevi pure, si parla banalmente di X Factor! Non so perchè, stavo andando a dormire, e invece mi sono ritrovato a scrivere... Voglio (vogliamo) semplicemente ringraziare tutti quelli che hanno letto, commentato, condiviso e criticato le nostre pagelle durante questo bel percorso. Grazie davvero perchè ci avete aiutato a dar vita al nostro giovanissimo blog.

Stasera si chiuderà la gara. Con molta probabilità vincerà Nathalie, e il movimento femministà ruggirà di gloria. Ci stiamo, ma non ci siamo certo dimenticati di Manuela...
E secondo voi chi vincerà?

Stasera si chiuderà la gara e pubblicheremo l'ultimo resoconto. Magari mercoledì o giovedì, ci sarà bisogno di riorganizzare le idee... Per un gran finale, un grande post!

Bene, questo aforisma da quattro soldi mi suggerisce di andare a dormire che è meglio.
Allora buonanotte e buona finale a tutti!
(A)

PS. Parlando di una vera Artista, Alanis Morissette, sapete che sta per dare alla luce un bel maschietto?!

mercoledì 17 novembre 2010

X FACTOR - SEMIFINALE - GLI INEDITI.

Ecco il migliore dei modi per iniziare una puntata: aprire con la superba 
CARMEN CONSOLI.
Ecco il modo migliore per scoglionarci subito: buttarla fuori a calci in culo dopo l’esibizione per perdersi in goliardate con Gianni Morandi. Ma anche basta! Tanto dovremo sorbircelo per tutti i mesi pre, durante e post Sanremo.
Carmen, ti hanno solo strappato un po’ di silenzio.


  

Inciso: Facchinetti non si smentisce mai e subito mette nella merda il Super Ospite con la domanda “Gianni, cosa ne pensi dei nostri talenti?” e dalla faccia dell'interrogato emerge un colpevole "non ho studiato".
Comunque, visto che siamo in trappola, che Gianni sia e che abbia inizio l’attesissima manche Morandiana. 

Nevruz ha capito che stasera è il caso di cantare bene e vestirsi bene. Se avesse fatto anche lo shampoo avremmo potuto pensare ad un voto più alto del 7. Nevruz, se in camerino c’è una doccia approfittane prima della prossima manche!

La prima cosa che pensiamo ascoltando i Kymera è: eliminati. Bravi bravi, ma che du palle. Elio dice bene, ormai ci hanno abituati alle performance e quindi stasera tutto arriva più “vuoto”. 6.

Davide, fallo per noi, vinci! E poi quello rock sarebbe Nevruz? Nevruz tutt’al più potrebbe essere shock, ma quello rock, qui, è Davide. 9.

Nathalie col titolo di questa canzone sembra lanciare un appello disperato alla propria voce, dato che è a un passo dal perderla definitivamente. Sempre più roca, afona e asciutta ci lascia con uno sbadiglio. 6. Evidentemente in studio hanno avuto il privilegio di ascoltarne un’altra versione viste le lodi sperticate dei giudici…

Classifica prima manche: I posto Davide – II posto Nevruz – III posto Nathalie.
Bocciato: i Kymera.

Procediamo con la manche degli Inediti. Siede alla sinistra del Morandi nazionale Gianmarco Mazzi, direttore artistico di Sanremo 2011.

<<Il tempo migliore>>
La canzone sa di già sentito, almeno quelle 8000 volte. Causa Sony Music? Facile. Peccato sprecare Davide così. Lui si diverte, noi un po’ meno. Verrà un tempo migliore per lui? Ce lo auguriamo. 7.



<<In punta di piedi>>
Sia fatta la sua volontà: bravo Elio che non ti sei intromesso ed hai lasciato fare a lei. Come ci auguravamo, l’inedito di Nathalie ci colpisce davvero, tanto che abbiamo già voglia di riascoltarlo. Bellissima canzone, sia per il testo che per la musica. Emozionante vederla lì seduta al piano… Nathalie, per favore, curati le corde vocali e continua così! 9.



<<Atlantide>>
Tipica canzone Sanremese, meno scontata di quella di Davide, ma comunque non fa per noi. E’ sicuramente perfetta per Al & Jas, con quel sapore assurdo che va dal retrò al musical, e si presta al loro modo e alle loro voci. 7,5. Ma l’esibizione sul tappeto volante??



<<Tra l’amore e il male>>
Il fratello scemo di Nevruz presenta l’inedito. Se non fosse cantato squallidamente sarebbe un pezzo interessante. Dite che l’altro Nevruz è affogato nella doccia? Potenziale: 8. Canzone tradizionale ma se eseguita da un signor artista avrebbe tutte le carte in regola per emozionare. Con la sua voce: 4. Crede di aggiungere qualcosa sguaiando e mugulando, ma secondo noi canna di brutto. Ormai questo suo aplomb finto so'rock è prevedibile e già al primo ritornello siamo stufi.



Classifica seconda manche: I posto Nathalie – II posto Kymera – III posto Davide.
Bocciato: Nevruz.


Una riflessione: finora abbiamo dato Davide per vincitore morale e materiale di questa edizione di X Factor. Era il più intonato, il più versatile, bella presenza, bel timbro.
Alla luce degli inediti però, per la prima volta pensiamo che forse Nathalie merita una chance in più. E' una cantautrice, compone buona musica, avrebbe una voce gradevole se smettesse di raschiare. Nell'inedito usa una vocalità un po' diversa rispetto a quella a cui ci aveva abituati e ci piace, ci convince.
Merita la vittoria? Per la prima volta diciamo: forse sì.

Inizia l’inutilissima e risparmiabilissima terza manche. Loro sono cotti, per non parlare di noi. L’ora è tarda, diamoci una mossa.

<<Bette Davis Eyes>> di Kim Carnes.
Canzone ben eseguita ma che non si discosta dall’originale. L’abbaglio per Nathalie qui si smorza. Ed è noia… 6,5.

<<The right thing>> dei Simply Red.
Il nostro Simba cresciuto, alias Davide, se la passeggia e se la canticchia come nel Re Leone. Si ok, come-sempre-bravo, 100, ma adesso basta.

<<Ancora>> di Eduardo de Crescenzo.
Nevruz come Amélie Nothomb.
Prima metà della canzone, stupore! 8.
Seconda metà della canzone, tremore! meno 8.

Classifica terza manche: I posto Davide – II posto Nathalie – III posto Nevruz.

Al ballottaggio finiscono Aladdin & Jasmine contro Jafar.                
Dai, facciamo i seri: i Kymera contro Nevruz. E giustizia fu (vedi i nostri Bocciati).
I Kymera lottano a colpi di Phantom of the Opera e Non me lo so spiegare.
Nevruz invece bombarda gli avversari con Pigro e Meditazione.

Prevedibilmente e forse giustamente vince Nevruz e vengono eliminati i Kymera. Una lunga serata investita ad aspettare un verdetto noto da una settimana. Nessun colpo di scena, nessuna emozione. Semplicemente i nomi dei tre finalisti:
Davide, Nathalie e Nevruz.

(A, C)

lunedì 15 novembre 2010

ARCHIVIARTI - Mostra Fabbrica Borroni

ARCHIVIATI, ecco quale doveva essere il nome dell'evento, a mio parere.
L'esposizione in Fabbrica Borroni inizia molto male, con un esercito di personaggi manga. Primo pensiero: ma-anga-no!
Poi, il bivio: destra o sinistra? Anzi, il trivio: destra, sinistra o mi volto e scappo finché sono in tempo? Decido di proseguire.
A destra ho un piccolo corridoio con delle fotografie scure scure, a sinistra un ampio enorme spazio illuminato. Poiché è stata già fin troppo dura affrontare Dragonball, Ken Shiro e Sailor Moon, scelgo di assecondare il mio bisogno di spazi aperti e di entrare nella sala a sinistra... e si apre un'altra sala... poi un'altra... poi un'altra ancora...
Triste annoiato e asciutto, ma soprattutto congelato, torno indietro. Il freddo è stata l'emozione più penetrante, l'unica cosa ad essermi entrata nella carne, nelle ossa e nella memoria una volta uscito dalla Fabbrica Borroni. Ma non è ancora il momento di uscire.
Una volta ripassato davanti ai cadaveri dei miei avversari giapponesi mi addentro nel famoso piccolo corridoio con le foto scure scure e, per fortuna, un po' mi scaldo. Quindi ritrovo quel tanto di forza che mi spinge ad andare avanti e ad entrare in un'altra sala... poi in un'altra, e inizio ad avere paura che non uscirò mai più ... poi in un'altra ancora...
Definitivamente assiderato e sconsolato, abbandono la Fabbrica del Ghiaccio sferzando l'ultimo colpo a Pikachu e mi rifugio nella Fabbrica della Crepes, veramente consolatoria. Sbrinato il cervello, mi metto a filosofare su quello che ho appena visto... L'assenza totale di persone in visita alla mostra rappresenta emblematicamente il vuoto artistico che Archiviarti espone. A onor del vero ad eccezione di pochi (una cosa come 3 o 4 nomi interessanti su 27...). E' una mostra che piace a chi è senza pretese, a chi giudica 'fotografo' uno che in gita ha scattato una foto carina, a chi giudica 'artista' uno che ha i pennelli al posto delle dita. Ma è una mostra che non parla di niente, è una mostra di stereotipi, è una mostra che ti dimentichi. E' una mostra fredda, ma fredda davvero! Per questo vi invito caldamente a coprirvi, e se lo ritenete opportuno, coprite anche gli occhi.
(A)