Robert Mapplethorpe

Robert Mapplethorpe

venerdì 5 novembre 2010

10 momenti, 5 anni, due università

Il Manuale del Buon Blog dice qualcosa tipo:
<<Il Buon Blog o è personale, o è tematico. Se si tratta di un blog tematico, non fate pout pourri. Se avete 10 passioni, aprite 10 blog.>>
Il nostro è un blog settoriale tendente al pout pourri. Certo certo, il filo conduttore è l'arte. Tutto ciò di cui parliamo ha una qualche vaga attinenza a forme artistiche, pseudo-artistiche o massmediali. Mi ero imposta di non far entrare la mia vita privata in questo blog, invece non ci riesco. Il put pourri quindi diventa minestrone, perché questo post non avrà (quasi) nulla a che fare con l'arte.

Di cosa voglio parlare quindi? Cosa merita una così lunga premessa?
La risposta è semplice: i miei 5 anni di università. Non credo che farò una specialistica, forse potrei essere tentata da un Master in Teatro Sociale. Ad ogni modo, direi che la mia formazione universitaria può dirsi conclusa. Ho bisogno di elaborare il lutto. Ho bisogno di parlare brevemente di questi 5 anni. Dei primi due in Statale, quando ancora studiavo "Scienze umanistiche della comunicazione" ad indirizzo filosofico-letterario. Del cambio improvviso e degli ultimi tre anni in Bicocca, nel corso di laurea in "Scienze dell'educazione" ad indirizzo socio-culturale. In questo post voglio riunire i 10 momenti più belli (o meglio, più assurdi/simpatici/memorabili) della mia carriera universitaria. Tranquilli, qualcosa di artistico qua e là c'è :)

10) Un po' di sano orgoglio leonino: al decimo posto metto il momento in cui ho saputo il risultato del test d'ingresso per Scienze della Formazione Primaria. Mi chiama mio padre: "Ti stampo la graduatoria del test d'ingresso, sono usciti i risultati... mi sa che non sei stata presa in Formazione Primaria". Rispondo: "Eh vabbè, tanto preferisco fare Scienze dell'educazione..." Mio padre: "Guarda che ti prendevo in giro, sei arrivata seconda su circa 900 studenti". Io: "Ah". Eh beh, son soddisfazioni.
Comunque, data la mia proverbiale furbizia, ho scelto lo stesso di iscrivermi al corso di Scienze dell'Educazione, in barba alla graduatoria di Formazione Primaria. E così ho rifiutato di lavorare in un ambiente dove, dopo i primissimi anni di precarietà, sarei stata assunta a tempo indeterminato e avrei guadagnato tutto sommato bene per fare dalle 4 alle 6 ore al giorno avendo due mesi di ferie estive. Gli educatori invece hanno contratti improponibili, stentano ad arrivare ai mille euro al mese, lavorano almeno 8 ore al giorno ed è già tanto se ci vanno, in ferie. Ma le materie di studio erano più interessanti e gli sbocchi lavorativi più vari. Ah, com'ero idealista...

9) Il Prof di "Tecnologie didattiche" era così dipendente dal tabacco che non poteva fare a meno di tenere in bocca un sigaro senza fumarlo. Peccato però che non si capisse quasi nulla di quello che spiegava. Un giorno, forse sovrappensiero perché impegnato a sognare un Eden popolato da 72 vergini e un milione di sigari, ha proiettato per sbaglio la sua busta paga. Il commento è stato un laconico: "Almeno adesso sapete che l'università italiana mi costringe a fare la fame".

8) Dovete sapere che la Bicocca non assomiglia affatto alla Statale o a Brera. In Bicocca le aule sono nuove. In Bicocca i prof ci sono sempre. In Bicocca i prof, quelle rare volte che non ci sono, avvisano. E' per questo che, il terzo anno, le lezioni sono iniziate nel peggiore dei modi. Corso di "Psicopedagogia della famiglia". Inizio previsto per le 9. Niente prof. Aspettiamo. Nulla. Qualcuno, spazientito, va a chiedere notizie in segreteria. Non si è mai visto un prof, qui, che non avvisasse in caso di ritardo o assenza. Nessuno sa niente, in segreteria nemmeno lo conoscono. E' uno nuovo a quanto pare. Aspettiamo ancora un po'. Qualcuno se ne va. Alla fine, un tizio si alza e scrive alla lavagna:
 <<Alle ore 10,40 commossi ringraziamo per il bidone.
     Baci.>>
Seguono grida di giubilo, risate di scherno, insulti al prof. E tutti, finalmente, se ne vanno.

7) In Statale i prof sono generalmente molto ingessati. Per questo, il nostro prof di "Linguistica generale" si è attirato molte simpatie e altrettante antipatie con frasi come "Signorina, non beva dalla bottiglia che mi eccito e non riesco a finire la lezione" o "Io in aula ci fumo lo stesso, se vi dà fastidio andatevene". La migliore che abbia detto? "Quando ero giovane mi facevo gli spinelli. Una notte, in preda alla fame chimica, ho divorato una torta che aveva preparato il mio coinquilino. Non so se fosse per farmi uno scherzo o per risolvere i suoi problemi di stitichezza, ci aveva messo dentro una purga. Mi sono cagato addosso. Nel letto."

6) La prof di "Musica e arti visive" l'ultimo semestre che ho fatto in Bicocca, ci ha portati a Villa Olmo a vedere il Don Giovanni di Mozart. Già di per sé sarebbe stato assolutamente da inserire nella top ten, ma il siparietto che ha seguito la fine dell'opera gli ha permesso di scalare qualche posizione.
Prof: allora, che ne pensate?
Noi: ehm... sì, l'opera in sè è proprio bella ma... la regia insomma, l'abbiamo trovata un po' banalotta.
Prof: sì, anche qualche cantante lasciava un po' a desiderare. Stavano impalati come... Ehiii ciao, come va?! Hai visto che ti ho portato i miei studenti? Ragazzi, vi presento il regista!
(silenzio)
Regista: allora, vi è piaciuto?
(silenzio)
Una mia compagna rompe il ghiaccio: sì-ì-ì-ì-ì, carino.........
Regista (ironico): ah però, che entusiasmo...

5) In Statale c'era una giovane prof poco carismatica, che insegnava "Semiotica" e a lezione si limitava a leggere delle noiosissime slide. Un paio di ragazze, inferocite, hanno iniziato a scrivere nel forum degli studenti cose come: "E' noiosa" "E' pazza" "Io a quella troia le buco le gomme della bici" "Deve stare attenta quando accompagna a scuola i suoi figli perché la metto sotto", in un crescendo di volgarità gratuita. Un giorno, la prof viene a lezione e proietta non le sue solite slide, ma queste frasi. L'aula si gela. Inizia a commentarle, come se stesse facendo lezione: "Oggi vi dovrei spiegare l'ironia. A quella troia buco le gomme della bici. Mmm, no, questa frase non si presta molto bene. Ironica è una proposizione che dice una cosa e implica il suo opposto..." Alla fine, si è limitata a dire: "Voglio che Pussycat86 e Cattivissima abbiano il coraggio di rivelarsi con il loro vero nome. Non davanti a tutti, mi basta che vengano nel mio studio a chiedermi scusa".
Con quel gesto, ha guadagnato 2000 punti.

4) Prima lezione del corso di "Psicopedagogia del linguaggio e della comunicazione". La prof ci distribuisce delle fotocopie che presentano solo il titolo del corso (L'invisibile - tra pratiche sociali, formative e di cura) e pochi versi: 

Sei venuto a convincermi 
o a biasimarmi per ciò che non ho ancora imparato 
Sei venuto a riprendermi 
Orfeo malato dai forza e coraggio al tuo canto eccelso 
Portami con te non voltarti 
conducimi alla luce del giorno 
Portami con te non lasciarmi 
Io sono bendata ma sento già il calore

E' Orfeo, di Carmen Consoli. Un brano che conosco da sempre ma su cui non mi sono mai soffermata. Siamo in pochi in aula. Ascoltiamo con attenzione la canzone, alcuni ad occhi chiusi, altri leggendo il testo. La prof, dopo qualche secondo di silenzio, ci chiede di scrivere sul quaderno una nostra riflessione su quello che rappresenta per noi l'invisibile. Io scrivo che l'invisibile è proprio la musica, e la prof commenta dicendo: "Le parole a volte devono farsi musica per essere ascoltate con la stessa intensità."
   
  
3) Corso di "Pedagogia dell'animazione", primo anno in Bicocca. La prof ci dice: "Vi va di fare un cortometraggio?" Un corto?! Wow, certo che sì! E così prepariamo lo storyboard, la sceneggiatura, raccogliamo le idee. Decidiamo di raccontare l'università e la vita universitaria usando una metafora culinaria. Giriamo anche un corto nel corto che denuncia la disattenzione ai fiori, alle piante, alla vita nella corsa contro il tempo per accumulare crediti. "Che ne dici di interpretare l'Essenza di Madre Natura?". E così, con il sottofondo di una musica che fa ghiacciare il sangue, mi aggiro tra gli spazi della nostra università a piedi nudi e con una lunga gonna verde, mentre i miei compagni e la prof litigano con la security perchè "non si può riprendere in esterno"
Bello bello bello.

2) Sei mesi dopo le riprese, la prof ci ha proposto: "Pranzo a casa mia? Così ci facciamo gli auguri di Natale e vi faccio vedere in anteprima il corto montato". Tra chiacchiere, confidenze, risate, buon cibo, buon vino e l'emozione di vedere per la prima volta il cortometraggio è stato davvero un pomeriggio magnifico. Ovviamente quella prof è oggi la relatrice della mia tesi.
   
1) Tutte le persone che ho conosciuto in questi cinque anni.
In Statale: Erika N., Luca, Alessandro, Boris, Cristina, Laura, Sem, Martina, Mauro. Chiara per aver praticamente convissuto con me per due anni, Erika C. per avermi parlato di questo corso di laurea. Il principe azzurro del primo banco e quel tipo che si sedeva spesso di fianco a me e mentre io facevo un sudoku "semplice" lui ne faceva due "difficili". Tutti quelli che hanno lasciato e tutti quelli che si sono laureati.
In Bicocca: Chiara, Sabrina, Ginevra, Stefania, Alice e il primo semestre. Alessandra e le chiacchierate prima degli esami. Pietro, Eugenio e i discorsi impegnativi. Jara, Filippo e tutti i miei compagni di tirocinio. 
Ringrazio Anna, Sara Aurora e Asha per essere state ottime compagne di viaggio.

Ma anche:
- tutti i prof che non ho nominato.
- tutti i libri che ho letto.
- tutte le cose che ho imparato.
- le macchinette e gli infiniti discorsi che hanno ascoltato: "Che merda, mi ha bocciato", "Bello sto corso!", "Se non prendo il caffè sfaso", "Che fate più tardi, belle fanciulle?"
- le signore della mensa della Statale, che erano innamorate di un mio compagno di corso toscano e ci davano sempre il dolce gratis.
- i chiostri della Statale e gli spiazzi esterni super-simmetrici della Bicocca.
- uscire dalla Metro, vedere il Duomo e rimanere preda della sindrome di Stendhal (valido solo per i due anni in Statale purtroppo)
- gli aperitivi nei locali che attorniano la Bicocca.
- le aule studio della Statale: quella silenziosa, quella che ci vuole il pass, quella che ci vanno cani e porci, quella dove la gente va a giocare a carte, quella dove ci sono tutti i tipi più strani.
- la segreteria della facoltà di Scienze della Formazione e tutte le volte che ho pensato: ora faccio una strage.
- tutti quelli che non ho nominato, ma che comunque hanno diviso con me una parte di questo cammino.


(C)

5 commenti:

  1. Ahahah :) Fantastico post chiara, e lo sai come la penso dei blog che parlano di tutto un po' e soprattutto questo devo dire che l' ho letto con molto piacere; riportandomi alla luce un po' di ricordi dei miei anni universitari che rivivo con piacere!
    Ora un po' di commenti:
    _ Primo : sono felice di essere colei che ti ha parlato di un corso di laurea che poi hai lasciato!!!
    _ Secondo : vedo che il prof di linguistica generale usava tutti gli anni li stessi aneddoti :)
    Terzo
    _ Per quanto riguarda il masochismo io e la mia amica laureata in "scienze umane dell' ambiente" abbiamo una teoria; ed è la seguente ... "Noi facciamo parte di quella categoria di persone che si lasciano fregare dalle parole; quella categoria di persone che si è iscritta all' università perchè voglio qualcosa che mi arricchisca culturalmente; e non importa se non sarà facile trovare il lavoro, l' importante è fare qualcosa che mi piace e mi dia soddisfazioni... " Chiamaci sognatori? Chiamaci masochisti ... ( dato che sapevamo già le premesse...) Non importa ... IN fondo l' importante è non pentirsi delle proprie scelte!!!
    (In fondo ci sono anche un sacco di soddisfazioni, tipo vedere la faccia della gente quando cerchi di dire cosa hai studiato; o a fare l' educatrice... sentirsi dire dopo mesi passati tutto il giorno con i bambini ... "Beh quando entrerai anche tu nel mondo del lavoro capirai cosa intendiamo:S !!)


    Insomma dopo questo commento così lungo non posso che augurarti Buona conclusione di questi anni di studio ... e soprattutto buon proseguimento ;)

    Erika C.

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  2. la tua prof di "Psicopedagogia del linguaggio e della comunicazione", dopo la sua lezione con la canzone di Carmen Consoli , è diventatata un mio MITO :)

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  3. @ Anonimo: firmati!
    Ora voglio sapere chi pensa che la mia prof è un mito!
    Comunque condivido il giudizio :)

    @ Erika: ci voleva proprio questo post per chiudere il cerchio.. comunque non sono pentita di niente, quindi ti ringrazio lo stesso per avermi parlato di un corso che ho poi lasciato :) anche perchè come ben sai quello che faccio ora ha più a che fare con quello che ho studiato in Statale!

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  4. Grazie per avermi fatto rivivere sorridendo la statale ormai abbandonata, davvero commuovente!

    Chiara

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  5. Brava, bel post! Divertente, appassionante e con quel giusto tocco malinconico... :) E me ne frego se sei OT rispetto al blog..! Andre

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