ARCHIVIATI, ecco quale doveva essere il nome dell'evento, a mio parere.
L'esposizione in Fabbrica Borroni inizia molto male, con un esercito di personaggi manga. Primo pensiero: ma-anga-no!
Poi, il bivio: destra o sinistra? Anzi, il trivio: destra, sinistra o mi volto e scappo finché sono in tempo? Decido di proseguire.
A destra ho un piccolo corridoio con delle fotografie scure scure, a sinistra un ampio enorme spazio illuminato. Poiché è stata già fin troppo dura affrontare Dragonball, Ken Shiro e Sailor Moon, scelgo di assecondare il mio bisogno di spazi aperti e di entrare nella sala a sinistra... e si apre un'altra sala... poi un'altra... poi un'altra ancora...
Triste annoiato e asciutto, ma soprattutto congelato, torno indietro. Il freddo è stata l'emozione più penetrante, l'unica cosa ad essermi entrata nella carne, nelle ossa e nella memoria una volta uscito dalla Fabbrica Borroni. Ma non è ancora il momento di uscire.

Definitivamente assiderato e sconsolato, abbandono la Fabbrica del Ghiaccio sferzando l'ultimo colpo a Pikachu e mi rifugio nella Fabbrica della Crepes, veramente consolatoria. Sbrinato il cervello, mi metto a filosofare su quello che ho appena visto... L'assenza totale di persone in visita alla mostra rappresenta emblematicamente il vuoto artistico che Archiviarti espone. A onor del vero ad eccezione di pochi (una cosa come 3 o 4 nomi interessanti su 27...). E' una mostra che piace a chi è senza pretese, a chi giudica 'fotografo' uno che in gita ha scattato una foto carina, a chi giudica 'artista' uno che ha i pennelli al posto delle dita. Ma è una mostra che non parla di niente, è una mostra di stereotipi, è una mostra che ti dimentichi. E' una mostra fredda, ma fredda davvero! Per questo vi invito caldamente a coprirvi, e se lo ritenete opportuno, coprite anche gli occhi.
(A)
ahahahahahh sei stato anche fin troppo buono pata, comunque la cosa migliore della giornata è stata decisamente la crepes!
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