Robert Mapplethorpe

Robert Mapplethorpe

giovedì 17 marzo 2011

Nessuno mi può giudicare

Ieri, in tutte le sale italiane, è uscito un bellissimo film. Sì, parlo proprio di "Nessuno mi può giudicare".
Eddai su, non fate quelle facce. Vi consiglio vivamente di andare a vederlo.
Davvero.
Anche tu, signor "Io mi occupo solo di film d'autore".
Anche tu, signor "Sono un fan scatenato dei fratelli Vanzina e nulla mi diverte quanto loro".



Dategli una possibilità.
Non vi fidate eh?

Ok, allora mettiamola così:
- il cast è ottimo. Moltissimi attori sono presi a prestito dalla televisione: Paola Cortellesi, Lucia Ocone, innumerevoli personaggi di Boris. E di questi tempi non è un male, visto che i nostri attori cinematografici sono in preda alla sindrome "scusate sono arrivato sul set correndo su per le scale e ora ho il fiato corto e rantolo".
- il film è scritto ottimamente. Massimiliano Bruno, sceneggiatore e regista, ha collaborato anche alla stesura di "Maschi contro femmine" e "Femmine contro maschi". Credo di aver capito chi ha scritto quelle poche battute di qualità presenti nei due film.
- i tempi comici sono perfetti. Mai una pausa di troppo, mai una risata mancata.
- i personaggi sono ben delineati, divertenti e ben assortiti.
- la Cortellesi è un mostro. E' dai tempi della fiction sulla Montessori che la seguo con passione. Ogni film rappresenta sia una sorpresa che una conferma della sua incredibile bravura. Riesce, non so come, a farmi entrare subito in empatia con i personaggi che interpreta. So che c'è chi ha intrapreso una crociata contro l'uso indiscriminato di questo termine, ma non lo sto usando a sproposito in questo caso. Come chiamare altrimenti quella sensazione indicibile che mi pervade quando la vedo sul grande schermo e quella forte apprensione che provo per le sorti dei suoi personaggi?

N. B. mi suggeriscono di specificare che la Cortellesi ha un passato da attrice teatrale, oltre che cinematografica e televisiva. Per brevità non ne avevo parlato, ma è giusto citarlo.



Unico trascurabile difetto? La trama non è quel che si suol dire imprevedibile e alcuni passaggi sono forse troppo banalotti o buonisti. Peccato.
Il mio giudizio però non cambia, e nemmeno la mia esortazione finale.
Andatelo a vedere, davvero, erano mesi che un film italiano non mi faceva ridere così di gusto.

(C)

venerdì 4 marzo 2011

Une forme de vie (Una forma di vita) Amélie Nothomb

Appena finito di leggere l'utlimo libro di Amélie Nothomb. Bellissimo. E so che le parole "bello" o "bellissimo" ai più possono sembrare banali, ma non lo sono affatto. Con questo libro, che è quasi un'autobiografia (sarebbe la quinta su 18 libri pubblicati, nel suo caso) Amélie ha fatto di noi lettori degli Harry Potter nascosti sotto il mantello dell'invisibilità. Ci ha mostrato il rito della corrispondenza epistolare, ci ha svelato il criterio con cui sceglie di rispondere alle oltre 2000 lettere che riceve. Peggio ancora, come se non sapesse di essere spiata ci ha lasciato vedere le smorfie, sentire i pensieri. Ci ha resi contemporaneamente ospiti e intrusi, mettendoci costantemente in uno stato di curiosità, onore e disagio. Ci ha fatti sentire indispensabili e indesiderati, vita e galera. Ci ha fatto sognare di essere e di non essere i protagonisti di questa storia. Ma soprattutto ci ha lasciato una voglia tremenda di scriverle e un'insicurezza più grande per farlo.



"A Chiara, amichevolmente, Amélie Nothomb"

Amélie @ laFeltrinelli di Milano (Piazza Piemonte)


Ebbene sì, anche noi siamo tra quelli che tutti i giorni controllano carichi di eccitazione la casella della posta... Il 22.02.2011 è stata la prima volta che abbiamo incontrato Amélie, un'emozione indescrivibile. Le abbiamo lasciato una lettera, risponderà?

(A)